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 NAPOLI. Il Napoli crolla in terra basca. La sconfitta di ieri sera contro l'Athletic mette a nudo i limiti di una squadra che, per essere grande, ha bisogno di grandi giocatori. Quella contro i baschi è stata una sconfitta annunciata. Sembrava un film, per alcuni versi dai contorni horror, già visto. Un calciomercato tanto cervellotico quanto fermo, un sorteggio poco fortunato, l'esasperazione asfissiante dei tifosi (che non ha aiutato e non aiuterà), un San Mames bollente, inaugurato proprio nella serata contro gli azzurri, e la frittata è fatta.
Se si passa dal possibile (!?) acquisto di Mascherano all'utilizzo di Gargano nelle due sfide dei preliminari non c'è che da prendersela con se stessi. Per non parlare della disastrosa prova di Maggio, un calciatore ormai logoro e che non ha mai pienamente convinto da terzino.
Ora però non bisogna essere catastrofisti, ma serve chiarezza. Il progetto tecnico c'è ed è ben avviato, ma bisogna ultimarlo. Manca l'ultimo passo per diventare veramente competitivi, e non si può pensare di esserlo se non si fanno gli acquisti giusti. Se il vero top player del Napoli è Rafa Benitez, allora bisogna accontentarlo. Bisogna tenersi stretto il tecnico spagnolo, altrimenti si rischia di girare a vuoto e di arrivare al divorzio con Don Rafè. I tifosi devono sostenere la squadra, senza esasperazioni da nobile decaduta (non lo siamo, basta guardare la bacheca trofei per capirlo). Ad Maiora, Napoli!
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